Un mese fa l’affidabilissimo premier italiano - che in un momento cruciale come questo ha pensato bene di eclissarsi e farsi gli affari suoi, non parla da due settimane - l’aveva definita una “semplice operazione di aggiustamento dei conti”. Questo piccolo aggiustamento sono 70 miliardi di euro in due anni, 23 miliardi nel 2013 e 47 miliardi a regime nel 2014. Una robetta cosě.
Dopo le modifiche in Senato la situazione č piů chiara: pressione fiscale in aumento (non fosse giŕ tra le piů alte d’Europa) e tagli pesantissimi che colpiscono famiglie, scuole, risparmio energetico, associazioni onlus. Come ricordavamo ieri, la fantastica classe politica che gli italiani hanno piů o meno scelto ha pensato bene invece di non tagliare un unghia dei propri privilegi e sulle grandi opere - da cui probabilmente la stessa classe politica ha molto da guadagnare - avanti; notizia di ieri, solo per militarizzare la Val di Susa verranno spesi 800 milioni di euro.
La guerra in Libia finora č costata 1 miliardo di euro, e non č ancora finita. Facendo due conti e una veloce analisi la cosa piů stupefacente al momento č che il governo possa -tra uno scandalo e l’altro (vedi Papa e Milanese) - permettersi di stare ancora al suo posto, e non ci siano milioni di persone in piazza e per le strade a bloccare il paese.
La crisi finanziaria sta dando lŕ per un affossamento del ceto medio - mentre i grandi patrimoni vengono guarda caso per l’ennesima volta salvaguardati - eppure al momento l’Italia sembra ancora stordita, come non capisse bene quel che sta accadendo.
Perchč č bene dirlo, giusto per non risvegliarsi con brutte sorprese: i prossimi anni, mentre molti dei politici di oggi si godranno le loro pensioni dorate e i loro privilegi senza fine, la maggior parte dei cittadini italiani sputerŕ sangue, senza neanche capire il perchč.