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Amici - Antonio e Riccardo, i due calabresi primi in classifica fuori alla seconda puntata

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CAT_IMG Posted on 19/1/2011, 17:08     +1   -1
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Patrizio Masini

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Che gli ascolti di Amici non siano piů ai fasti di un tempo č evidente agli occhi di tutti. Ma non č su questo che voglio soffermarmi quest’oggi, perché la puntata di ieri era ritmata e ben fatta. Tutto si puň dire, tranne che Maria non prenda atto degli errori e decida subito di rimediarvi, anche se i suoi autori dovrebbero essere piů lungimiranti dal principio. Ieri sera č stato eliminato “il tradimento” dei compagni in stile reality, forse perché si temeva che facesse delle vittime impreviste (per Costantino nessuno si č fatto scrupoli di mandarlo via alla prima puntata, senza possibilitŕ di appello).

Cosě, con uno sforo da record che pure non ha aiutato l’Auditel, tutti i ragazzi sono prima passati davanti ai commissari esterni e poi davanti ai prof. Ad Amici ormai decidono gli esperti chi mandare a casa, secondo l’ostentata legge del merito, mentre il pubblico si limita a votare solo le squadre. Tutto questo perché la signora De Filippi - ormai sempre piů austera anche nell’aspetto - č ossessionata dall’ansia della legittimazione. Dopo aver letto per anni critiche ai suoi programmi ha fatto di tutto per ripulirne (e ripulirsi) l’immagine, finendo per togliere a tutti la loro essenza: la pancia.

Se Uomini e Donne in versione over č diventato una terapia ottuogenaria, che fa piů compagnia che scandalo, con il risultato della fine del tronismo mediatico (che pure ancora le rinfacciano), Amici ha smesso di essere uno stadio. Il pubblico č sempre piů tagliato fuori, ridotto a spettatore passivo di una gerarchia giŕ stilata da altri e che anni fa non avrebbe mai visto premiato da 7 milioni di telespettatori Marco Carta. L’atmosfera č da collegio svizzero, stemperata appena dalla riscrescita della Celentano e dai brontolii delle vecchie zie Maionchi-Platinette. Se il percorso č giŕ scritto, che senso ha appassionarsi? Pensate che Massimo Donelli, alla conferenza stampa prima del serale di Alessandra Amoroso, riassumeva cosě la forza del format:

“Mi domando se la dialettica ad Amici non sia un totale mancanza di ipocrisia, e dunque elemento virtuoso, che comporta una chiarezza estrema. Io per primo sono rimasto colpito in senso negativo dalla Celentano (quando considera prioritario il calo di peso per una ballerina ndr) pensando ai miei figli. Ad Amici manca quella ipocrisia che connota tante altre trasmissioni, per questo trovo zero riflessi nella compresenza stagionale di altri programmi. X Factor non puň scalfire la tradizionale e ottimale performance di Amici”.

E da qui segnaliamo un piccolo caso, che pure la De Filippi non vorrebbe vedersi rinfacciare visto che ha tolto la classifica per amor di meritocrazia. Eppure per tutto il daytime una classifica di gradimento c’era, con tanto di immuni, e ha visto per piů settimane trionfare proprio i due eliminati di ieri sera: Antonio Mungari e Riccardo Riccio. In quella stessa classifica spiccava Giorgia Urrico, molto amata dai telespettatori ma neanche ammessa al serale per le stelline.

Va detto che, per entrambi, si rischiava un’anomalia di quelle che hanno giŕ imperversato ad Amici. Guarda caso, infatti, erano entrambi di Crotone, la stessa cittŕ che anni fa premiava inaspettatamente lo stonato Mario Nunziante. Mentre un’eventuale vittoria di Antonio sarebbe stata scandalosa, viste le sue esibizioni scadenti, Riccardo poteva meritare un prosieguo della trasmissione anche rispetto a piů dotati - ma odiati - ballerini come Vito, perché incarnava una purezza e una bontŕ d’animo che conquistava il pubblico.

In fondo, le strane variabili della classifica hanno sempre costituito il sale del programma, che alla finale ha visto sempre premiati i migliori e al tempo stesso i piů carismatici. Prendiamo l’Amoroso: nella sua edizione era stata sempre bassa in classifica, salvo poi trionfare in extremis rispetto al piů tecnico (ma antipatico) Scanu.

Se a questo ci aggiungiamo l’ennesima epurazione del pubblico parlante, che creava scompiglio e coinvolgimento, Amici č un programma che si č stufato dei ragazzini (a cui al massimo dŕ in pasto gli isterismi di Francesca), senza riuscire ad essere credibile sul pubblico piů vasto che parte prevenuto. Quegli stessi ragazzini, che un tempo affollavano le Messaggerie Musicali, ora non hanno piů feticci.

Il vero rischio č che, a forza di inseguire X Factor, Amici lo segua nel suo tragico destino.
 
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